venerdì 24 settembre 2010

NUCLEARE Piano in alto mare Così il Corsera corre in aiuto della Sogin



il manifesto.it
C'è chi si lamenta per l'assenza di un ministro per lo sviluppo economico. Gente senza coscienza. Un ministro facente funzione c'è e si chiama Silvio. Giorni fa, per esempio, Silvio ha scritto una letterina su carta dello Sviluppo economico, all'ingegner Francesco Mazzuca, commissario della Sogin, società dedicata alla gestione delle scorie nucleari, per fargli sapere che a causa della «attuale mancata operatività» dell'Agenzia di sicurezza nazionale vi era un «inevitabile
slittamento dei termini previsti per l'identificazione delle aree dovuto all'esigenza che siano preventivamente definiti i criteri tecnici di sicurezza in base ai quali poter individuare i territori potenzialmente idonei alla realizzazione degli impianti e del deposito».

Un po' contorto,
ma in fondo comprensibile. Non sono stati individuati i siti né i criteri per sceglierli e neppure l'agenzia che si dovrebbe occupare della bisogna: questo scrive Berlusconi al commissario Sogin. Alla Sogin sono preoccupati: un altro anno sta saltando. Quindi si guardano in giro e cercano alleati, evidentemente alleati filonucleari. Ne trovano al Sole 24 Ore che sotto un titolo corretto «Stop al piano per le scorie nucleari», descrive una situazione in cui si sono scartate tutte le aree inadatte e si lasciano filtrare quelle che avrebbero le caratteristiche per il deposito di scorie atomiche, prevedendo una gara tra gli enti locali per assicurarsi il ricco compenso connesso al deposito stesso. Il giorno dopo, ieri, tocca al Corriere della Sera che titola così: «Scorie nucleari, ecco le aree. Pronta una lista con 52 siti» e ripete le grandi linee delle anticipazioni del quotidiano giallognolo.

Greenpeace Italia è un punto di riferimento essenziale per chi voglia conoscere le verità nascoste e le cifre del progetto nucleare nostrano. Alla nostra richiesta, Greenpeace ci ha rimandato al suo blog, preparato da Pippo Onufrio, il direttore esecutivo.

Con qualche taglio, si tratta di questo: 1) I criteri per la definizione dei siti idonei dovr
ebbero essere quantomeno "validati" da un'Agenzia per la sicurezza nucleare, che in tutti i Paesi in cui questa tecnologia esiste, è la massima autorità di garanzia per la sicurezza.
Purtroppo l'Agenzia non esiste ancora e dunque non può aver emesso alcun criterio di scelta. Peraltro, quando verrà costituita, avrà un centinaio di tecnici (ce ne vorrebbero almeno 400) provenienti da Ispra ed Enea, molti dei quali prossimi alla pensione.

2) Lo studio andrebbe prima sottoposto a Valutazione ambientale strategica. Ma, si sa, in Italia le valutazioni ambientali è meglio non farle. Il governo Berlusconi mostra dunque un'arroganza che viola ogni principio di trasparenza e dibattito democratico: si producono gli studi di
localizzazione prima di aver presentato criteri di esclusione e valutazioni ambientali.

Un'altra ragione, non esplicita, riguarda forse probabili elezioni della prossima primavera: nonostante la martellante propaganda a favore del nucleare, non sembra che gli italiani siano favorevoli. Ma forse la lettera del Presidente è arrivata troppo tardi alla Sogin. Giusto per completare il quadro della «truffa nucleare» del governo, corre voce che si voglia dare all'elettricità da nucleare oltre che la precedenza sulla rete elettrica anche un prezzo fisso (dunque fuori mercato) di 90-100 euro al MWh: il 50-60% in più del prezzo attuale alla Borsa elettrica.


A meno che la truffa nucleare non sia molto più semplice: creare un quadro giuridico per poter firmare i contratti che, si sa, non verranno mai rispettati, emanare un decreto che copre con garanzie pubbliche questi contratti e poi scaricare le penalità sulle bollette degli italiani. Un assalto alla diligenza che oltre a dare risorse a qualche gruppo industriale (francese e italiano) fermerebbe lo sviluppo delle rinnovabili.

P.S. Nel frattempo giunge oggi notizia che la francese Gas de France-Suez, società attiva anche nel nucleare, ha abbandonato il progetto di costruire un
reattore Epr a Penly, in Francia. Chissà che il rapporto commissionato dal governo sullo stato confusionale dell'industria nucleare francese abbia consigliato di lasciar perdere.


L'ARTICOLO DEL CORRIERE CONTESTATO
Energia Secondo i tecnici potrebbe esserci lo slittamento di 12 mesi sulle centrali
Roberto Bagnoli
corriere.it
Scorie nucleari, ecco le aree Pronta una lista con 52 siti
Ma per il piano Palazzo Chigi chiede di aspettare l' Agenzia

ROMA - La Sogin, la società controllata dal Tesoro per la gestione degli impianti nucleari, ha individuato 52 aree con le caratteristiche giuste per ospitare il sito per le scorie radioattive. Ogni area, che ha le dimensioni di circa 300 ettari, deve essere in grado di accogliere, oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione, anche il parco tecnologico che a regime avrà oltre mille ricercatori. Le zone adatte sono sparse su tutto il territorio italiano con particolare riferimento al Viterbese, alla Maremma, all' area di confine tra la Puglia e la Basilicata, le colline emiliane, alcune zone del Piacentino e del Monferrato. Ma la scelta del deposito nazionale per le scorie non sarà imposta, e avverrà d' accordo con le Regioni, con una sorta di asta: la comunità che accetterà i depositi radioattivi sarà infatti compensata con forti incentivi economici. Il lavoro svolto dalla Sogin e terminato ieri, al quale i ricercatori hanno lavorato un anno, è tuttavia finito in cassaforte in attesa della creazione dell' Agenzia per la sicurezza del nucleare che doveva già essere pronta prima dell' estate. Così ha voluto il governo, ricordando alla Sogin (ancora commissariata e in attesa di un «normale» consiglio di amministrazione) di rispettare l' articolo 27 del decreto 31 del febbraio scorso che vincola ogni decisione della società alla vigilanza della nascente authority. Anche questo è un altro tassello che porta il programma nucleare a sforare dai tempi programmati. La prima pietra per il nucleare era stata annunciata per il 2013, ora si parla già del 2014. Almeno un anno di ritardo. «Il rischio drammatico che si corre è quello del gioco dell' oca, dove si torna sempre indietro di una casella». La denuncia ufficiale dei tempi più lunghi per avviare la produzione di energia atomica è arrivata dal direttore per lo sviluppo sostenibile del ministero dell' Ambiente Corrado Clini. Intervenendo a un seminario organizzato dall' ambasciata francese e dallo stesso ministero, Clini ha anche affermato che occorre «riconsiderare tutta l' architettura normativa, senza fermare l' avvio delle procedure». Insomma un pasticcio complicato dall' assenza ormai da 5 mesi del ministro competente. Così alla Sogin non si riesce a nominare il vertice (5 membri) e la società resta commissariata nelle persone di Francesco Mazzuca e del suo vice Giuseppe Nucci. Clini ieri ha avvertito di muoversi con i piedi di piombo. Il rischio è di rovinare tutto scatenando la rivolta delle popolazioni. «Dobbiamo evitare quello che è accaduto con il deposito unico di Scanzano Jonico - ha affermato - non si può decidere che si va lì se prima non si sono verificate le condizioni di fattibilità».

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