venerdì 24 giugno 2011

Modello energetico post nucleare , Germania insegna...

Dopo i referendum. Durante la crisi il settore italiano dei pannelli fotovoltaici è stato l'unico a veder crescere ricavi e addetti

La Germania entro il 2050 vuole p

rodurre l'80% di energia da fonti rinnovabili

Enrico Bronzo

ilsole24


L'inequivocabile risultato del referendum sul nucleare impone di tornare a parlare di programmare il futuro energetico italiano. La Germania, locomotiva d'Europa in economia, lo sta già facendo, decidendo di mettersi alla testa del convoglio della green economy già da tempo, prima essendo leader nell'approvazione del pacchetto 20-20-20, poi ponendosi l'obiettivo dell'80% dell'energia elettrica da fonti rinnovabili al 2050 e infine con quello ambizioso davvero di sostituire il 17% di contributo del nucleare cui hanno deciso di rinunciare dopo Fukushima senza aumentare gas o carbone e ricorrendo esclusivamente a nuove rinnovabili.


I tedeschi ci indicano una strada che possiamo e dobbiamo percorre anche noi. Già oggi le rinnovabili contribuiscono per oltre un quarto all'energia elettrica che produciamo in Italia, in questi mesi di gravissima crisi quello delle rinnovabili è stato l'unico settore economico in crescita, di fatturato e in termini occupazionali - sono 120mila ormai gli addetti che lavorano nel settore.

Nel 2010 il numero di pannelli fotovoltaici è più che raddoppiato passando da 71.288 a 155.977 (+119%). Ancora più ampia la crescita della potenza efficiente lorda che è passata da 1.144 a 3.469,9 MW (+203%) nel corso del 2010 ed è continuata a crescere molto rapidamente superando 6mila MW in questi giorni. Sul territorio la diffusione del solare è particolarmente rilevante nel Trentino, Marche e Puglia, incui ad una media nazionale di 57W per abitante si superano le tre cifre. La Puglia è leader italiano con circa il 20% della produzione. Numeri che dimostrano come le imprese e il mondo della ricerca sono pronti , come confermato dalla ricerca Greenitaly sviluppata dalla ondazione Symbola, Unioncamere e Istituto Tagliacarne. Lo studio ricostruisce una geografia della filiera italiana delle rinnovabili, dallo stabilimento più grande d'Italia e uno dei grandi d'Europa per la produzione di pannelli fotovoltaici che verrà inaugurato l'8 Luglio p.v. a Catania (Sicily), nato dalla collaborazione di Stm elettronics, Enel green power e Sharp, progettato dalla studio di Am architetti, alla Archimede solar energy (Ase), aziende del gruppo Angelantoni, unico produttore al mondo di tubi ricevitori solari a sali fusi per le centrali del solare termodinamico, passando per l'Università di Ferrara che sta lavorando nel campo dei dispositivi solari fotovoltaici a concentrazione.
Un'altra linea di ricerca interessante è quella condotta nei laboratori del polo organico del Lazio che ospitano una linea pilota per la produzione di celle solari organiche. Il polo, nato dalla volontà della Regione lazio e del dipartimento di Ingegneria elettronica dell'Università di Roma Tor Vergata, è uno dei tre centri di eccellenza a livello modiale, insieme a quelli del Giappone e della Germania , per la ricerca e l'industializzazione di queste nuove celle solari fotovoltaiche.

Sullo sviluppo di tecnologie avanzate per l'impiego dell'energia solare sta lavorando anche il centro di ricerca Eni per le energie convenzionali Guido Donegani di Novara (Piemont), impegnato nello studio di materiali organici polimerici e nanostrutturati che garantiscono costi minori delle attuali tecnologie commerciali.

Su questo fronte si segnala un gruppo di ricercatori di Lecce (Puglia) che sta studiando l'evoluzione dei materiali per la fabbricazione di cellule Dssc (dyesensibtized solar cell, Sensibilizzate a colorante): a catturare la radiazione solare è una tintura organica o metallorganica. Mentre è l'aretina (Tuscany) La Fabbrica del sole che ha recentemente lanciato sul mercato l'ecobox un sistema che permette di staccare dalle reti del gas, elettriche e idriche una abitazion. Gli ingredienti ci sono, ora è necessario ragionare sul sistema, a un moderno piano nazionale di efficienza energetica, rivedere gli obiettivi del piano sulle rinnovabili che inviato a Bruxelles nel giugno scorso, largamente superati dai fatti, infine emanatre decreti attuativi relativi al decreto Romani, che permettano al settore di rilanciarsi.


Carlo Rubia
Carlo Rubia


impianto solare termodinamico Archimede

Sulla base di un progetto ideato da Rubbia, i raggi del sole vengono raccolti e concentrati da un sistema di specchi parabolici che, allo stesso modo dei girasoli, saranno in grado di captare in modo continuativo la radiazione solare grazie a un sistema di controllo che ne assesta l’inclinazione in direzione del sole. Un campo solare con un’area di 40 ettari sarà così in grado di produrre energia capace di soddisfare le esigenze di una città di ventimila abitanti senza emissioni né inquinamento e risparmiando l’equivalente di 12.700 tonnellate di petrolio all’anno e minori emissioni di anidride carbonica per 401 mila tonnellate annue.


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Specchi in allestimento nel cantiere dell’impianto termodinamico Archimede di Priolo (Sicily)

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