giovedì 28 luglio 2016

127MILA LAVORATORI GRECI HANNO UNO STIPENDIO INFERIORE A 100 EURO AL MESE

127MILA LAVORATORI GRECI HANNO UNO STIPENDIO INFERIORE A 100 EURO AL MESE

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Un nuovo articolo di keeptalkinggreece riporta la drammatica situazione dei lavoratori greci. La crisi economica e le ricette imposte dai “salvataggi” europei hanno ridotto i greci a lavorare per stipendi da fame, addirittura inferiori ai sussidi di disoccupazione. E la prospettiva in vista delle prossime trattative europee è quella di una revisione delle condizioni ulteriormente al ribasso. Impossibile dubitare, di fronte a queste cifre, del fatto che la Grecia non può sostenere il peso della moneta unica, e che i greci possono sperare di ritornare a migliorare le proprie condizioni di vita solo quando si saranno liberati da questo giogo che li opprime.

Il drastico calo dei profitti dovuto alla recessione, l’esplosione della disoccupazione e la preponderanza delle forme flessibili di occupazione viene riflessa in un documento preparato dal comitato di esperti del Ministero del Lavoro Greco.

Il documento contiene dati dettagliati riguardo la disuguaglianza salariale nel periodo 2010-2015 e rivela una nuova classe sociale di lavoratori: i nuovi poveri greci che guadagnano stipendi molto inferiori al sussidio di disoccupazione di 360 euro.

Secondo i dati del Ministero:

126.956 dipendenti hanno un salario lordo mensile di 100 euro

343.760 dipendenti hanno un salario lordo mensile tra i 100 e i 400 euro.

In pratica si tratta di lavoratori part-time o in rotazione con 2 o 3 giorni lavorativi a settimana o persino poche ore lavorative alla settimana.

Vale la pena ricordare che, secondo i dati del maggiore Fondo Greco di Sicurezza Sociale per Dipendenti (IKA), il salario medio per i lavoratori part time è tra i 400 e i 420 euro al mese.

Questi numeri dimostrano che il numero dei lavoratori–nuovi poveri che percepiscono stipendi inferiori a 510 euro lordi mensili è in totale di 432.033.

Grafico: salario lordo mensile per lavoratori del settore privato nel 2015

Colonna di sinistra: salario in euro; Colonna di destra numero totale di lavoratori





Nota: il salario minimo per i lavoratori a tempo pieno minori di 25 anni è di 510,94 euro lordi al mese. Il salario minimo per i maggiori di 25 anni è di 586 (*) euro lordi mensili (fonte: Naftemporiki)

Ulteriori dati del Ministero del Lavoro mostrano un aumento dei contratti part time o di lavoro flessibile.

Per esempio: nel periodo tra luglio 2013 e luglio 2016:

152.636 contratti a tempo pieno sono stati trasformati in contratti part time o di lavoro a rotazione.

Il rapporto indica che l’economia greca deve affrontare un serio problema di bassa competitività.

Tuttavia, al contrario del Fondo Monetario Internazionale che collega la “competitività” al “costo del lavoro”, il rapporto sottolinea che:

La mancanza di competitività è caratterizzata da “problemi strutturali” che sono legati principalmente alla specializzazione della divisione globale del lavoro in congiunzione con i metodi di organizzazione e amministrazione dell’economia greca, anziché al costo del lavoro.

“I dati suggeriscono che le difficoltà economiche hanno fatto da acceleratore all’espansione delle forme di part time, causando in particolare dopo il 2012 il drammatico aumento nel numero di lavoratori part time, ma anche un aumento della conversione dei contratti a tempo pieno in contratti part-time o di lavoro a rotazione”.

Le “Riforme del Lavoro” sono la nuova patata bollente tra il governo greco e i creditori, e le “negoziazioni” dovrebbero iniziare ufficialmente a settembre. Tra le varie richieste, i creditori vogliono abbassare il salario minimo, togliere tredicesime e quattordicesime, eliminare gli scatti di anzianità ogni 3 anni.

Le Riforme del Lavoro sono una condizione indispensabile per la seconda revisione del Programma Greco.

(*) Il costo per il datore di lavoro è di ulteriori 78 euro mensili a causa del contributo per la sicurezza sociale (13,33%)

– il salario è sceso a 3 euro all’ora.

Anche se i numeri qui sopra mostrano la dura realtà delle vite dei lavoratori, l’unico aspetto positivo è che si riferiscono al lavoro “ufficiale” che prevede la sicurezza sociale. Ciò significa che i lavoratori hanno quantomeno una qualche forma di assicurazione sanitaria. D’altro canto, questi lavoratori “flessibili” sottopagati non riescono esattamente a riempire i fondi per la sicurezza sociale, che ne avrebbe decisamente bisogno. Inoltre, tutti questi che lavorano per salari ridicoli, soffriranno una drammatica riduzione del reddito una volta che andranno in pensione.

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