giovedì 27 settembre 2012

Ratti, cancro e politiche transgeniche


SILVIA RIBEIRO





Tradotto da  Alba Canelli
by jornada

Nuove prove scientifiche di ricercatori in Francia dimostrano che il mais geneticamente modificato provoca il cancro nei ratti, mentre il glifosato, l'erbicida più usato nelle coltivazioni transgeniche, provoca malformazioni nei feti, secondo gli studi realizzati dal Dr. Andrés Carrasco ed altri scienziati in Argentina.

Sebbene le relazioni sul glifosato e gli studi precedenti sui transgenici, hanno mostrato evidenza di gravi problemi per la salute e per l'ambiente, il governo messicano ha autorizzato nel 2012 più di 1.800 ettari di piantagioni a campo aperto, di mais geneticamente modificato, la maggior parte con lo stesso gene della Monsanto (603) che ha causato il cancro nei ratti negli esperimenti francesi.

Nello studio realizzato dal CRIIGEN (Comitato di ricerca e di informazione indipendente sulla genetica), Università di Caen, in Francia, sono stati alimentati 200 ratti per due anni, suddivisi in 10 gruppi, con razioni diverse. Alcuni con mais geneticamente modificato NK603, resistente al glifosato, ma senza essere utilizzato, altri con lo stesso mais GM con glifosato, ed altri con glifosato disciolto nell'acqua che bevevano,oltre a un gruppo di controllo che non ha ricevuto nessuno degli elementi sopra citati.


I ratti alimentati con mais GM sono morti prematuramente ed avevano un'incidenza di tumori del 60-70 per cento contro il 20-30 per cento del gruppo di controllo.

Gilles Eric Seralini direttore di CRIIGEN, ha detto che è uno studio unico al mondo, perché tutti i test che hanno realizzato le aziende (multinazionali del settore, N.d.T) non superano i tre mesi, mentre questo esperimento ha coperto l'intero arco di vita dei ratti.

Infatti, un fattore importante è che la maggior parte dei problemi sono apparsi dal quarto mese, quindi Seralini ha affermato che il tempo è scelto (dalle multinazionali, N.d.T.) per ulteriori esperimenti è stato intenzionalmente breve per evitare la comparsa della maggior parte dei sintomi.

 
Tumori provocati da mais OGM, con e senza Roundup (R)

Alcuni "scienziati" che fungono da copertura dell'industria dei transgenici, legati o finanziati direttamente o indirettamente da questa, attaccano gli studi del CRIIGEN, rilevando presunte incoerenze, come il fatto che anche il gruppo di controllo ha sviluppato tumori. Ma questo è comprensibile, perché vengono usati topi che tendono a sviluppare tumori e a cui non si permette mai di vivere così a lungo. Il dato significativo sta nella grande differenza in percentuale.

Oltre ai tumori, i gruppi di ratti esposti al mais transgenico e glifosato hanno avuto gravi problemi ai reni e al fegato.
Il governo francese, di fronte ai risultati degli esperimenti, ha deciso di aprire un periodo di verifica degli studi. Se fosse confermata la loro tossicità potrebbe decidere di vietarne l'importazione e l'utilizzo anche come foraggio. Seminare mais GM non è consentito in questo paese, proprio per gli studi precedenti sulla potenziale tossicità e l'impatto ambientale del mais NK603 e MON810 della Monsanto.

Invece della premura con cui alcuni biotecnologi - anche in Messico - cercano di spodestare gli esperimenti, l'atteggiamento coerente e responsabile che dovrebbero avere è quello di verificare questo studio e farne altri, visto che i transgenici che sono sul mercato sono stati approvati basandosi quasi al 100 per cento sui dati forniti dalle società che li vendono.

Dal momento che il Messico rappresenta il centro di origine del mais ed è anche il paese con il più alto consumo umano di mais in tutto il mondo, sarebbe logico seguire il principio di precauzione in senso stretto, sia per i rischi alla salute umana che per l'impatto sulla biodiversità e per i molteplici significati che il mais ha in Messico per la sua cultura e la sua popolazione.

Tuttavia, anche se la Commissione di Biosicurezza in Messico (CIBIOGEM) ha ricevuto numerose, ampie e solide angomentazioni scientifiche e tecniche per non permetterne la semina - né sperimentale, né tanto meno pilota o commerciale - di mais transgenico, sono state ignorate da tutti volontariamente mettendo a rischio gli interessi della popolazione per favorire esclusivamente quelli della Monsanto, la multinazionale che controlla oltre l'85 per cento delle sementi geneticamente modificate nel mondo.

L'accordo per garantire gli interessi della Monsanto contro il popolo del Messico e contro il suo principale patrimonio genetico alimentare, è stato siglato da Bruno Ferrari, attualmente segretario dell'Economia, ma precedentemente funzionario della Monsanto.

Nel 2009, Ferrari, allora direttore del ProMéxico, organizzò un incontro tra Felipe Calderón e l'amministratore delegato della Monsanto, al Forum Economico Mondiale di Davos. Al ritorno da tale riunione, il governo ha annunciato di voler interrompere la moratoria esistente dal 1999 contro la semina di mais GM, anche se nessuno dei motivi che gli esperti avevano presentato per sostenere e mettere in atto la moratoria fosse cambiato.
Al contrario, nel corso degli anni, peggiorarono le condizioni di rischio che giustificavano la moratoria sulla coltivazione di mais geneticamente modificato del 1999.

I transgenici usano molte più sostanze tossiche e producono meno dei semi ibridi, oltre ai molti rischi e impatto sulla salute e l'ambiente in continua crescita, poiché le piante diventano sempre più resistenti e richiedono composti sempre più tossici.

Ci sono 10.000 anni di lavoro contadino e decenni di ricerca pubblica agricola nei semi non transgenici che inorgogliscono e sono ampiamente sufficienti a coprire le esigenze di tutta la popolazione del Messico.
Permettere la diffusione di OGM nel paese è un atto di estrema irresponsabilità e un crimine storico.




Per concessione di La Jornada
Fonte: http://www.jornada.unam.mx/2012/09/22/opinion/024a1eco

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